Regione di Piora Foto di Roberto Alberio
BIOGRAFIA DI ROBERTO ALBERIO
Sono, come tutti, il frutto delle mie esperienze.
Idealista, tenace ed amante dell’azione mi sono ritrovato 6 volte in questi 40 anni d’attività (sono nato nel 1953) a gestire un campo estivo per adolescenti bisognosi di attenzione. Ho dedicato 4 anni della mia vita alla carriera militare, tra formazione e diverse forme di comando. Sono stato attivo nel Club di servizio del Kiwanis per più di 15 anni e, nel 1996, ne sono stato presidente. Ho svolto il ruolo di soccorritore nella Società svizzera per cani da catastrofe per quasi 6 anni, ricoprendo anche l’incarico di segretario.Mi sono in seguito appassionato all’alpinismo, scalando oltre metà dei “4000” svizzeri, e ho partecipato a due spedizioni alpinistiche sudamericane: nel 2004 all’Aconcagua e nel 2006 al Mercedario, nella Cordillera della Ramada sulle Ande Argentine. Già presidente del Club Alpino Svizzero Sezione di Bellinzona e Valli. Attualmente membro della Commissione della Gestione del Club Alpino Svizzero presso la sede centrale di Berna. Ho alle spalle 38 anni di esperienza lavorativa nel settore bancario-finanziario.
Sono felicemente sposato da 37 anni e posso contare su di una famiglia molto importante, il bene più grande che ognuno di noi possa mai desiderare.
INTRODUZIONE
La Svizzera, il Ticino in particolare, difficilmente potrebbero dedicare un’attenzione specifica alla terapia del Mare, anche se la Terra ha ricoperto la maggior parte della sua superficie con Acqua.
In un mondo in cui vige una visione troppo medicalizzante è spesso difficile trovare sostegno, accompagnamento e cura in qualcosa che non sia un farmaco, che corrisponde con tempestività a situazioni di dolore, ma che spesso non va all’origine del bisogno vero, da cui viene generato il disagio.
Oggi, inoltre, la maggior parte delle malattie sono generate da stati di inquietudine, da paure, da depressione e stress collegati al mantenimento di uno stato di benessere ormai ridotto alle sole cose materiali.
Aprirsi a nuove visioni, a nuove possibilità di vivere il mondo in cui abitiamo e riconoscere le proprietà terapeutiche della Natura è ancora una cosa poco valorizzata nella società attuale.
Eppure, fin troppe ricerche scientifiche dimostrano la forza guaritrice della Natura e, negli ultimi anni, si è fatto strada anche un movimento che vede nella montagna un valido strumento terapeutico.
La Svizzera, prendendo consapevolezza di questo fatto, e constatando la sua conformazione geografica può diventare una realtà che valorizza e promuove questa opportunità e può farlo attraverso una campagna educativa che parte dai bambini per arrivare agli anziani, che comprende tutte le categorie di persone compatibili con l’andare in montagna, comprese quelle che hanno anche disagi particolari.
PREMESSA
L’esperienza acquisita da Corda Tesa e dall’associazione Lucendro che cura il versante sociale delle proposte sulla montagna, ha facilitato la stesura di un progetto molto calzante per la realtà ticinese ed estensibile a tutta la Svizzera.
In particolare, l’esperienza acquisita dal fondatore, Roberto Alberio, distintosi negli anni per la sua passione per la montagna e per i ruoli ricoperti nel Club Alpino Svizzero, integrata dalla professionalità del suo team di formatori, garantisce la migliore riuscita del progetto come leva di crescita personale e sociale.
OBIETTIVI
Introdurre nelle proposte formative-educative la Montagna come stimolo e come percorso di crescita personale e sociale
Sperimentare la Montagna come spazio naturale di terapia
Promuovere i valori che la montagna rafforza in chi la frequenta
Favorire un nuovo rapporto con la montagna come fonte antistress e antidepressiva
Facilitare l’uso della montagna per il rafforzamento del legame tra le persone all’interno di un team
AZIONI
Nell’era in cui l’esercizio intellettivo la fa da padrone e dove la tecnologia è diventata il primo strumento facilitante le relazioni, ma in modo virtuale, la proposta sulla Montagna intende caratterizzarsi andando controcorrente rispetto alle tendenze vigenti.
Si privilegerà un rapporto diretto con la natura mediante esperienze sul campo, e una relazione diretta e non mediata tra le persone, piuttosto che dedicare molto tempo alla didattica e alla presentazione di teorie.
Si darà risalto anche alle esperienze già fatte, alle testimonianze e alle biografie significative di chi ha vissuto negli anni la montagna come luogo della sua crescita personale.
Si faranno emergere i valori peculiari che un buon rapporto con la montagna consente di coltivare e di fare propri per una migliore qualità di vita.
Concretamente l’associazione Lucendro con il supporto tecnico di Corda Tesa predispone un pacchetto di itinerari aperti al pubblico generico, itinerari e progetti che sono pensati per i diversi livelli di difficoltà, dalla camminata accessibile praticamente per tutti a percorsi che richiedono una buona prestanza fisica.
Questo consente una scelta appropriata sempre nell’ambito di una attenta cura della sicurezza.
Gli itinerari base vedono la presenza di un conduttore-accompagnatore che ha l’esperienza e la cura per far vivere emozioni di alta quota, che scaturiranno semplicemente grazie a una crescita della consapevolezza dei partecipanti e agli stimoli provenienti dal gruppo.
La Montagna da sola fa il resto e favorisce una relazione profonda con la natura e tutte le sue proprietà nutritive, anche in termini spirituali.
Ggli itinerari possono essere arricchiti anche da un supporto formativo specifico o da tematiche proposte dal team di collaboratori che da anni lavora per Corda Tesa.
E’ possibile accedere al sito www.cordatesa.com per esaminare tutte le proposte formative.
Qui elenchiamo quelle innovative:
- Il Viaggio dell’Eroe, condotto da Francesca Marchegiano
- Il percorso LumaScheggia e le leggi spirituali del successo, condotto da Alberto Terzi
- Il percorso sui LumaScheggia e i Punti G e la Montagna (Gentilezza, Gratitudine, Generosità), condotto da Alberto Terzi
E’ allo studio un percorso educativo per i ragazzi adolescenti.
Per gruppi di almeno 8 partecipanti è possibile anche personalizzare l’intervento in base alle esigenze specifiche, ai target coinvolti.
E’ possibile progettare anche interventi di Montagna terapia per persone che soffrono di stress e stanno vivendo periodi depressivi.
In questo caso gli interventi hanno un carattere integrativo rispetto alle terapie tradizionali e non possono essere considerati sostitutivi, ma possono offrire un supporto motivazionale per rendere più efficace la terapia.
MOTIVAZIONI PER INTRODURRE LA MONTAGNA TERAPIA
L’esperienza della montagna è un’esperienza di primaria importanza perché è un’esperienza di vicinanza e di condivisione piena, e sappiamo che la CONDIVISIONE rafforza i legami all’interno di un gruppo, di una comunità.
E’ interessante prefigurare il gruppo che va in montagna come una nuova comunità di vita, che può rendersi davvero terapeutica in quanto tutto questo avviene attraverso un processo di CRESCITA, di acquisizione di RESPONSABILITA’, di progressiva LIBERAZIONE, e si basa sull’esperienza dell’ ESSERCI: essere presenti, essere partecipi, essere parte di quello che potremmo definire come PROCESSO DI RESTITUZIONE: essere compagni di viaggio. Non c’è alcun carattere di prestazione, e questo risulta meno stressante in quanto l’esperienza viene vissuta in un contesto gruppale piacevole, quasi che fosse un gioco, o un’avventura. Certo è difficile, per chi abita in montagna (o tra le montagne), immaginare lo STUPORE, l’emozione che a chi è abituato a stare in città può dare la visione di un panorama aperto, di una catena di montagne innevate, di un altopiano… Ma nella realtà abituale degli abitanti di una città, le emozioni sono spesso coartate, rigide. Spesso, nonostante i grandi numeri della città, sentirsi soli o isolati e immobili fa parte della quotidianità. E l’immobilità fa star male. E allora bisogna pensare a muoversi, pensare che è arrivato il tempo per fare un cambiamento, per tentare una trasformazione. La montagna, può diventare quindi una RISORSA TRASFORMATIVA. Ma cosa significa TRASFORMAZIONE, e quali sono i passaggi, nel nostro caso RITI DI PASSAGGIO, veri e propri riti, di uscita e di entrata, che portano a lasciare-abbandonare-uscire da una situazione/dimensione vecchia, di immobilità, di chiusura, per prendere-accettare-entrare in una situazione/dimensione nuova, di movimento, di apertura.
RITI DI PASSAGGIO, abbiamo detto, DI USCITA E DI ENTRATA.
Nei gruppi di montagna si tende ad USCIRE da una dimensione culturale- ambientale prima ancora che psicologica. Almeno per chi vive in una città. Il primo cambiamento, quindi, è culturale-ambientale e non psicologico. L’esperienza dell’uscire vuole dire lasciare contesti di vita elaborati, iperarticolati ed organizzati spesso in maniera estremamente rigida, e in cui gli stimoli a cui bisogna rispondere sono NORMALMENTE complessi e spesso contradditori, tanto che per sfuggire a questa realtà molti di noi sono portati a crearsi una realtà virtuale, e a chiudervisi dentro.
ENTRARE significa andare verso contesti in cui quello che conta avviene attraverso criteri di semplicità e di LIMITATEZZA, di cui le persone (e le menti), sane o non sane che siano, hanno bisogno continuamente. Contesti e risposte semplici a contesti e risposte complesse: la bellezza dell’erba di un pascolo, il sentiero che sale sulla costa della montagna o che si addentra in un bosco, il rifugio che dà riparo, i suoni che vanno dal silenzio al rumore del vento tra le foglie o al fracasso prorompente di una cascata, la neve che cade. Un nuovo spazio semplice, libero, e un tempo semplice, finalmente ritrovati e vissuti naturalmente (questa volta in senso naturale) in maniera serena. Il silenzio diventa un’altra dimensione da scoprire, quel silenzio che ci fa sentire la nostra voce interna, e ci permette anche di sentire la voce degli altri.
Tutta questa semplicità, tutta questa naturalezza, riescono a farci liberare emozioni forti ed intense.
E quali sono i RITI per compiere questo PASSAGGIO di uscita e di entrata? Sono riti semplici come lo studio degli ambienti naturali, della cartografia, dei segni convenzionali, dell’individuazione di un percorso e di eventuali percorsi alternativi, la preparazione dei materiali, degli abiti adatti, dello zaino, la definizione dei tempi, la scelta dei viveri. L’imparare a separarsi dal superfluo e a mantenere e a conservare le cose essenziali.
Il fare questo passaggio con altri che non sono me porta questi riti a diventare riti di gruppo, ancora più forti e vitali perché condivisi dal gruppo. Si entra nella dimensione del NON ESSERE SOLI, riconoscendo i compagni (di avventura) e condividendo con loro cose, emozioni, regole. Si arriva a sperimentare e a vivere la solidarietà, la possibilità di non essere soli, ma anzi di essere aiutati e di essere di aiuto agli altri. Si sta insieme per fare insieme. Inizio a conoscere quello che posso dare e fare. Riconosco quello che voglio, i miei bisogni. Riconosco gli altri. Inizio a crearmi dei percorsi, dei traguardi. Tutto questo porta ora verso un cambiamento psicologico/esistenziale, fortissimo, in quanto dopo, pur essendo in una città, si va verso la vita, verso il vivere concretamente e con coraggio la propria vita.
Il passaggio si conclude così in una dimensione in cui il sé è ritrovato e in cui non si perde la via, nemmeno in una città, perché la via stessa, il sentiero, contiene in sé indicazioni precise ed autoreferenziali. Il senso della realtà è gradualmente ritrovato e può essere accettato dal singolo e condiviso dal gruppo, nel gruppo e col gruppo.
Allora si riesce a capire che questi progetti, queste esperienze di Montagnaterapia sono utili, validi, portano ad un obbiettivo di miglioramento generale delle persone, e quindi soddisfano, in maniera adeguata, i loro bisogni e le loro aspettative; sono efficaci, in termini di economicità, perché costano poco; sono sicuramente misurabili, anche in termini di controllo di quello che all’interno succede, sia in termini teorici di osservazione di linee guida, sia in termini pratici attraverso la visione delle foto e dei video fatti durante l’esperienza; sono riproducibili nel tempo e si possono facilmente trasferire ad altri gruppi e ad altri ambienti, diversi; sono sicuramente innovativi perché portano a momenti mai vissuti prima o raramente vissuti; è possibile, al loro interno, come abbiamo visto, creare delle situazioni di cooperazione, di aiuto, di scambio; e sono sostenibili nel tempo.
Infine questi progetti possono essere migliorati, in quanto uno dei presupposti è il l’imparare dalla stessa esperienza e “rendersi capaci” .
E allora di cosa parliamo quando parliamo di Montagnaterapia se non di una buona pratica?
E tutto questo porta al miglioramento della qualità della vita di tutti coloro che vi partecipano, delle loro famiglie, e non solo.
PROPOSTE
Corda Tesa con la partecipazione del corpo delle guide alpine propone attività estive ed invernali, escursionistiche ed alpinistiche, in Ticino e sulle alpi svizzere e confinanti.
A tale proposito Corda Tesa annualmente allestisce un Programma d’attività consultabile nel sito www.cordatesa.com nelle cartelle CORSI e BLOG
COLLABORAZIONI
Francesca Marchegiano
Esperta in Personal&Business Storytelling, è membro e content manager dell’Osservatorio nazionale di Storytelling (IT). Svolge attività di formazione e consulenza sulle Scienze della Narrazione in ambito corporate, per enti locali, e in strutture socio-sanitarie. Collabora come copywriter e content manager per agenzie di comunicazione italiane e svizzere. Autrice teatrale e di narrativa, svolge consulenza e formazione sullo Storytelling Autobiografico e Terapeutico in contesti di benessere (biblioteche, associazioni, gruppi privati) e fragilità (comunità, hospice, ospedali).
Formazione:
Diploma in “Digital Storytelling per la Formazione” (Università degli Studi, Padova)
Master in “Orientamento e Outplacement” (Scuola Europea di Alta Formazione in Orientamento, Castellanza – Va)
Diploma di “Esperto in Metodologie Autobiografiche” (Libera Università dell’Autobiografia, Anghiari – Ar)
Diploma di Laurea in “Servizio Sociale” (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)
Alberto Terzi
Sociologo specializzato in prevenzione e politiche giovanili, progettista sociale, esparto di comunicazione e life coach del Buonumore.
Presidente per 20 anni di una cooperativa sociale e dal 2002 dell’associazione di volontariato Stringhe colorate, che forma clown sociali per gli ospedali.
Consulente editoriale e scrittore di saggi di management, comunicazione e gelotologia.
Conduttore di gruppi di crescita personale e animatore di eventi partecipativi.
Formazione:
Maturità classica a Como, Laurea in Sociologia, Università di Trento e Diploma di Specializzazione in Sociologia della salute.
Master in “Programmazione Neurolinguistica e Neurosemantica” BlessYou Università L’UCE
Specializzazione in Comicoterapia, Federazione nazionale Ridere per vivere
Diploma di Teacher internazionale in Yoga della risata
Corpo delle Guide alpine
Fonte
Essere compagni di viaggio, le buone pratiche della Montagnaterapia
Di Nicola G. De Toma, Vincenzo F. Scala, Vinicio Ruggiero